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Genetica e disfunzione erettile: sfruttare le prime basi per nuove scoperte

C’è un crescente interesse per identificare i fattori genetici che contribuiscono allo sviluppo della disfunzione erettile (DE). Poiché i primi studi sull’albero genealogico e sui gemelli suggerivano un contributo genetico alla disfunzione erettile, numerosi studi di follow-up sui geni candidati hanno rafforzato queste associazioni. I polimorfismi del gene candidato sono stati identificati nell’ossido nitrico sintasi endoteliale (eNOS), nell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), nel recettore degli androgeni, nel fattore di crescita trasformante-b1 (TGF-b1) e nella metilenetetraidrofolato reduttasi (MTHFR). Tuttavia, questi studi sono spesso difficili da riprodurre data la variabilità tra le popolazioni di studio.

Gli studi di associazione a livello di genoma (GWAS) sono stati in grado di affrontare molte delle sfide degli studi sui geni candidati. GWAS utilizza milioni di varianti genetiche da singoli genomi di grandi coorti per identificare le associazioni genotipo-fenotipo. Recenti studi GWAS hanno identificato loci adiacenti a SIM1 coinvolti nella via di segnalazione della leptina melanocortina, che possono conferire un aumento del rischio di disfunzione erettile. Con metodi più potenti ed economici per interrogare il genoma, l’epigenoma, il trascrittoma e il proteoma, ci aspettiamo uno sviluppo accelerato di nuovi biomarcatori e bersagli farmacologici per l’ED. Sebbene la nostra comprensione della genetica dell’ED sia limitata, prevediamo una rivoluzione terapeutica per l’ED simile alle scoperte in altri processi patologici come il diabete, con la scoperta di antagonisti del trasportatore di zinco come nuovo trattamento per il diabete di tipo II. Fin dalla loro introduzione, gli inibitori della PDE5 sono rimasti la pietra angolare delle terapie non invasive per la disfunzione erettile, ma una rivoluzione “omica” è pronta a cambiare questo paradigma. Lo sviluppo di linee cellulari, modelli animali e test funzionali in grado di approfondire questi percorsi è essenziale per questo lavoro futuro. In questa recensione completa, esploriamo la letteratura attuale a supporto di un contributo genetico all’ED e descriviamo una tabella di marcia per lo sviluppo di nuove scoperte e terapie in questo campo.

Scritto da: Darshan P. Patel, MD, Divisione di Urologia, Dipartimento di Chirurgia, Facoltà di Medicina dell’Università dello Utah, Salt Lake City, UT.